La sostenibilità è diventata un fattore strategico rilevante per le aziende, di qualsiasi settore merceologico. Le numerose iniziative legislative Europee e Internazionali come il Green Deal, l’accordo di Parigi sul clima e i Sustainable Development Goals dell’Agenda ONU2030 testimoniano la crescita di interesse da parte di tutti gli stakeholder. Queste iniziative hanno avuto nel tempo sempre più impatto nella vita delle aziende che vedono crescere la loro responsabilità nell’adozione di modelli di business sempre più sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Le strategie dovranno essere sempre più, orientati a risultati di natura ambientale e sociale. Il Bilancio o Reporting di sostenibilità, redatto secondo standard di rendicontazione internazionali (GRI – ESG) diventa uno strumento per migliorare le performances complessive aziendali.
La CSRD o Direttiva sul Reporting di Sostenibilità aziendale è stata adottata formalmente dal Consiglio dell’Unione Europea Il 28 novembre 2022. La CSRD imporrà requisiti di rendicontanzione in ambito “ESG”, ambientale, sociale e di governance .
E’ un seguito della Direttiva sulla rendicontazione non Finanziaria (NFRD) che è in vigore dal 2018, in un ambito tuttavia molto più ampio. Infatti la Commissione Europea stima che, dalle 12.000 società europee soggette alla NFRD, circa 50.000 aziende rientreranno negli obblighi di rendicontazione della CSRD. Oltre alle società attualmente soggette alla NFRD, includerà:
Tutte le società “quotate” (ad eccezione delle “microimprese”);
Tutte le aziende “grandi”, ovvero quelle che soddisfano almeno due dei tre criteri: (i) un bilancio di 20 milioni di euro, (ii) un fatturato netto di 40 milioni di euro e (iii) 250 o più dipendenti in media durante anno.
Società extra-UE, cosiddette “imprese di paesi terzi”, con attività europee significative. Vedi articolo
Quando non c’è l’obbligo normativo alla rendicontazione, diventa un’opportunità: