Il Direttore Marketing: forse la funzione più impattata dal Covid. Provate a pensare di quante e quali cose si occupava il Direttore Marketing prima del Covid.
In modo assolutamente sintetico e sicuramente sommario possiamo individuare queste 4 aree presidiate dal ruolo.
- Differenziare, innovare e aiutare le organizzazioni a distinguersi in un mare di spietati concorrenti.
- Attuare la strategia: lavorare sulla messa a terra, allineando l’organizzazione per garantire che a tutte le parti in gioco fossero chiari mezzi e obiettivi.
- “Leading the Digital Trasformation”: creare consapevolezza all’interno, abilitare le competenze Digitali necessarie .. insomma le fatiche di Ercole
- Creare valore duraturo: i clienti, i partner, i consigli di amministrazione e gli azionisti , in questo senso, nutrono da sempre grandi aspettative verso i direttori marketing. Una recente ricerca di Mc Kinsey, 83% dei CEO intervistati ha dichiarato di considerare il Direttore Marketing come un importante driver di crescita per la propria azienda.
Il Direttore Marketing Oggi, nel post Covid e nella new normality
Ora i Direttori marketing sono alle prese con un nuovo contesto.
Fra tagli di Budget e cancellazione di iniziative varie, si ritrovano in un mondo diverso, poliedrico, sfaccettato e polimorfo. Un contesto in cui le tendenze già in atto nel pre-covid si intersecano con le inaspettate nuove abitudini dei consumatori e anche con i loro nuovi sentimenti.
I consumatori acquistano online
La prima vera rivoluzione è rappresentata dall’impennata degli acquisti online. I consumatori hanno scoperto la comodità degli acquisti online. Anche target non sospetti. Dal mese di Gennaio al mese di Aprile 2020 ci sono stati 2.000.000 di “nuovi” consumatori online in Italia. Oltre 1.3 Mio di questi nuovi fruitori degli acquisti online sono da attribuire al Covid 19. In pratica durante il Covid c’è stato un salto evolutivo che nelle previsioni era stimato attuabile nell’arco di 5 anni.
Adeguarsi in tempi brevissimi
Proviamo ad immagine in una azienda quale impatto organizzativo, di struttura, a livello di servizio post vendita, possa aver generato una strambata di questa portata. E poi in tempi così rapidi. E quando parliamo di commercio online non pensiamo solo al sito e-commerce o alla presenza su Amazon, dovremo immaginare di predisporre anche i Social E-commerce di imminente rilascio. La vendita di prodotti su instagram è in test e Facebook si appresta a rilasciare Facebook Shop. Per non parlare della difficoltà dell’immaginare. in tempi brevi, la coesistenza di modelli di business diversi: il fisico e il virtuale.
Come convertire tutte queste interazioni digitali in relazioni?
Per il Direttore Marketing questa è tra le preoccupazioni principali. Come gestire questa improvvisa mole di dati derivanti da questa nuova ondata di acquisti online. Come profilarli come identificare nuove offerte personalizzate e calibrate sulle nuove esigenze dei consumatori. Come fidelizzarli, come fare in modo che tornino sul e-commerce della nostra azienda, o nel nostro punto vendita, contenti, soddisfatti e magari accompagnati da amici a cui hanno raccomandato il prodotto? Bella Domanda
True Content Matters!
I consumatori che hanno dimostrato di essere attratti da altro rispetto a prima. In questa nuova normalità I consumatori sono sempre più alla ricerca di trasparenza, fiducia e rilevanza.Questo genera inevitabilmente un cambio di rotta nelle strategie di Marketing. E’ come se i nuovi consumatori fossero alla ricerca di Brand parlanti. Non è un caso che proprio qualche settimana fa su Il Sole 24 ore sia stato pubblicato un articolo che riportava l’esperienza di un Brand Americano, Wallmart, che ha realizzato uno spot utilizzando il testo di una poesia scritta da un dipendente in pausa pranzo. Davvero geniale oltre che esemplificativo di uno stile aziendale.
Basta hard selling
Se è finita l’epoca delle promozioni, dell’hard selling e della caratteristiche di prodotto dovremo trovare nuovi contenuti adottare un nuovo stile di narrazione, vero, autentico, che racconti al consumatore come ci stiamo adoperando per fare fronte a questa situazione di nuova difficoltà, che accomuna consumatori e aziende.Come ogni esperto direttore marketing sa, occorre cambiare le regole della “content curation”. Occorre individuare, all’interno delle aziende, le aree da cui trarre i contenuti più in linea con le nuove aspettative del consumatore post-covid, ammesso che esistano. La fonte è lei, la Sostenibilità.
Aumentare la fedeltà dei clienti e il valore del Brand attraverso la Sostenibilità
Affinché questa nuova attività abbia successo, è necessario, che la maggior parte delle aziende apportino significative modifiche organizzative. La prima: assegnare la responsabilità della Sostenibilità al Direttore Marketing che la gestirà come uno dei tanti KPI. La funzione fino ad ora è, normalmente, assegnata a funzioni che hanno obiettivi qualitativi e non quantitativi. Avete mai visto un aspetto di prodotto gestito da una funzione esterna al responsabile del prodotto? Packaging, prezzo, brand, colori, ..Se la Sostenibilità è una caratteristica del brand e del prodotto è naturale che a guidare le scelte in quest’area sia proprio lui. Questo farà bene anche alla Sostenibilità che nonostante i proclami da parte dei CEO e nonostante l’attenzione alle raccomandazioni annuali di Larry Fink, non gode proprio di ottima salute. Basti pensare sia ancora poco diffusa la prassi di fare il report di sostenibilità oppure ai ritardi Italiani nel raggiungimento dei Goals dell’Agenda 2030 .
Direttore Marketing oppure..
Insomma, più che un nuovo ruolo stiamo assistendo alla nascita di una nuova figura mitologica, mezzo uomo e mezzo missile, che si trova ad affrontare la sfida del secolo ma che, (a patto che sia messo nelle condizioni) , può farcela e può contribuire a scongiurare il rischio di un peggioramento economico su tutti i fronti.